I contributivi puri e coloro che richiedono il computo nella Gestione Separa INPS possono andare in pensione a 64 anni di etΓ con almeno 20 di anzianitΓ contributiva a condizione che l’importo dell’assegno risulti almeno pari a 3 volte (contro i 2,8 della Fornero) l’assegno sociale (oggi pari a 1.603 euro mensili lordi).
Nella manovra in discussione (legge di bilancio 2025), invece di abbassare il limite di importo minimo, proibitivo senza un lavoro stabile e ben retribuito, Γ¨ stato introdotto un emendamento che prevede di poter raggiungere l’importo soglia richiesto cumulando l’importo della pensione pubblica con la rendita derivante dalla previdenza complementare.
In questo caso, perΓ², l‘anzianitΓ contributiva richiesta passa, dal 2025, da 20 a 25 anni e a 30 anni dal 2030 con contestuale aumento della soglia minima a 3,2 volte.
Il canale anticipato a 64 anni con 20 di contributi si conferma un “privilegio da ricchi” anche perchΓ© tra cinque anni sarΓ necessario raggiungere un importo mensile di oltre 1.700,00 euro (uguale a stipendi buoni per 30 anni). Se si vuole invece cumulare con la rendita da previdenza complementare saranno necessari 25 anni di contribuzione o 30 dal 2030.
In sostanza, a regime, ci saranno due possibilitΓ di uscita a 64 anni: con 20 di contribuzione oppure 25/30.
AnzichΓ© rimuovere gli importi soglia, ormai irraggiungibili dalla maggior parte dei lavoratori, vengono inaspriti i requisiti, abbiamo oltre 4 milioni di lavoratori part time che anche dopo 40 anni di contribuzione rischiano seriamente di poter andare in pensione a 71 anni!
Un ultimo dubbio: ma la rendita da previdenza complementare servirΓ solo per raggiungere l’importo soglia a 64 anni di etΓ ? PerchΓ©, se ricordo bene l’erogazione avviene solo al raggiungimento dell’etΓ pensionabile di vecchiaia, oggi 67 anni.
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